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Vivere con l’obesità | 4 min. tempo di lettura

Perché dovremmo smettere di preoccuparci di come definiamo l'obesità?

“Obeso. Grasso. In sovrappeso. Peso elevato. Corporatura robusta. Taglia forte. Grasso in eccesso. Peso non sano. Sono solo alcune di un elenco infinito di parole utilizzate per descrivere il peso di una persona.

Queste parole creano pregiudizio? Ti fanno sentire inutile? Ti fanno arrabbiare? È importante il contesto in cui queste parole vengono utilizzate?” - Angela Chesworth

Ha importanza ciò che chiamiamo obesità?

Come dovremmo chiamarla? È sorprendente quanta rilevanza diamo a questa domanda quando si parla dell’obesità. Alcune persone preferiscono "grasso" perché pensano che sia una descrizione della realtà dei fatti. Altre si sentono offese dalla parola "grasso" e preferiscono "obeso" perché è un termine clinico oggettivo.

Nel corso di una recente conferenza britannica sull’obesità e sulla gestione del peso alla quale ho partecipato, ho sentito un relatore fare riferimento alle persone di "peso elevato". Questo ha dato vita a una risposta molto negativa tra alcune sezioni del pubblico, ritenendo che si trattasse di un termine stigmatizzante e offensivo.

“È il contesto che rende la parola lesiva. Essere chiamato “grasso” da uno sconosciuto può lasciarti un senso di turbamento, rabbia e persino inutilità. E quando un medico ti dice di essere preoccupato del fatto che il tuo corpo stia trattenendo troppo grasso?”

-Angela Chesworth

Partecipo attivamente a organizzazioni che danno supporto alle persone affette da obesità. Ritengo che il pregiudizio sia un aspetto molto importante della sfida e, naturalmente, rappresenta il punto da cui emergono definizioni e divergenze sulle definizioni. In quanto individui, è difficile soddisfare tutti. Quello che una persona potrebbe trovare offensivo, non lo è per un altro.

Per me è il contesto che rende una parola lesiva. Essere chiamato "grasso" da uno sconosciuto può lasciarti un senso di turbamento, rabbia e persino inutilità. E quando un medico ti dice: "Sono preoccupato per il fatto che il tuo corpo stia trattenendo troppo grasso e che ciò potrebbe causare problemi di salute in futuro." Questo ti provoca le stesse sensazioni?

L’obesità è generalmente vista come una malattia autoinflitta e questo dà adito alle persone a ridicolizzare, discriminare e bullizzare. Per questo, lasciando la conferenza, mi preoccupava l’eccessiva enfasi posta sulla domanda "Come dovremmo chiamarla?" Il preconcetto "mangia meno, muoviti di più" non è molto più preoccupante di come viene chiamata la malattia stessa?

In fin dei conti, non è solo una parola?

Quello di cui le persone non si rendono conto è che sono attiva. Svolgo un lavoro fisico a tempo pieno da quando ho lasciato la scuola. Ho anche avuto un personal trainer, vado in palestra e partecipo a sessioni di nuoto giornaliere. Chiamatemi pure grassa, in sovrappeso, di peso elevato, di corporatura robusta o come volete. Ma se sentite la necessità di giudicarmi, fatelo in base alle vostre osservazioni personali, non in base a quello che vi viene detto dai media o da professionisti che non hanno alcuna esperienza o comprensione di cosa si provi realmente quando si soffre di obesitá.

“Svolgo un lavoro fisico a tempo pieno da quando ho lasciato la scuola. Ho anche avuto un personal trainer, vado in palestra e partecipo a sessioni di nuoto giornaliere”

-Angela Chesworth

A mio parere, le conferenze e altri forum in cui viene discusso il tema dell’obesità trarrebbero beneficio da una migliore comunicazione tra studiosi e pazienti. Tale dialogo contribuirebbe a comprendere meglio le difficoltà affrontate dalle persone affette da obesità e a definire una migliore strategia per guardare al futuro con voce unanime. E non con un’unica parola limitata e pregiudizievole.

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