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Parere di esperti   Men's health   Psychology | 3 min. tempo di lettura

Gli uomini non piangono… e altri miti

Immaginate un mondo in cui il semaforo rosso significa stop, mentre il giorno successivo il rosso significa via libera e il verde stop! Non si potrebbe arrivare da nessuna parte in quel mondo. Saremmo solo confusi. Ciononostante, i messaggi e le regole contrastanti sui modelli di ruolo maschili stanno creando proprio quell’effetto e in alcuni casi stanno anche compromettendo la nostra salute. Dobbiamo accettare queste regole o possiamo decidere per noi stessi? Continuate a leggere…

La costruzione dell’uomo moderno

Si chiama ideologia di genere. Il vostro sistema di convinzioni culturali interiorizzate che vi dicono come dovete sentirvi e agire.

L’ideologia mascolina tradizionale funziona grosso modo così: Gli uomini non devono mai mostrare debolezza o impegnarsi in attività femminili; devono cercare l’avventura, anche se significa violenza, lottare per il successo ed essere “una quercia” con una personalità del tipo “fagliela vedere”, “niente cose da signorine”.

Sospetto che la maggior parte degli uomini che stanno leggendo questo paragrafo si riconosca. In quale misura vi riconoscete e vi conformate a questo tipo di atteggiamenti? Non è possibile che possa recarvi più danni che benefici?

Sono uno psicologo e credo che comprendere il comportamento, non giudicarlo, sia la base per cambiarlo. Comprendere il comportamento ci dà l’opportunità di riflettere, considerare altri modi di agire e decidere per noi stessi quale linea di azione si avvicina maggiormente alla persona che vogliamo essere.

Man sitting in a meeting with a HCP holding his hands together in a heart formation.

“Credo che comprendere il comportamento, non giudicarlo, sia la base per cambiarlo”.

-Dr. Michael Vallis

Perché seguiamo le norme sociali?

Quindi, che senso dobbiamo dare al nostro desiderio di seguire le norme sociali?

Sappiamo tutti che gli esseri umani hanno l’istinto di sopravvivenza. Di solito lo consideriamo in termini di sopravvivenza fisica. Be’, sapete una cosa? Oltre alla sopravvivenza fisica, abbiamo anche un istinto di sopravvivenza sociale.

Gli esseri umani sono animali sociali. Vogliamo adattarci agli altri ed evitare di essere respinti. Non c’è quindi da stupirsi che ci sia una serie di regole su ciò che va bene e ciò che invece non va fatto.

È possibile che abbiate sviluppato delle convinzioni sulle attese nei vostri confronti che interferiscono con la vostra capacità di gestire il peso?

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Impatto dell’ideologia mascolina sui tassi di obesità e sulla salute degli uomini

Quindi? Che differenza fa? Pensateci. Gli uomini sembrano percepire erroneamente l’entità del loro peso in eccesso rispetto alle donne. Non si sentirà quasi mai un uomo che provandosi un indumento chiede alla sua compagna “Mi fa sembrare grasso?”.

Al contrario, non è insolito vedere un uomo che si dà delle pacche sulla pancia, che tira in fuori il petto e dice: “Sono sempre stato un uomo grande e forte”.

Anche quando gli uomini riconoscono di essere sovrappeso, è meno probabile che lo colleghino a problemi di salute rispetto alle donne. E gli uomini sono meno propensi a cercare di ridurre il proprio peso.

Allora, qual è il problema ? Bella domanda! Il problema è che l’obesità è in aumento in tutto il mondo. Vi sorprende scoprire che, tra gli uomini nati nel periodo 1946-1964, si è verificato un aumento del 29% nella prevalenza dell’obesità ogni decennio a partire dal 1950? Una statistica piuttosto scioccante, in effetti.

“Un altro problema dell’ ideologia mascolina tradizionale è che gli uomini sono meno propensi a cercare aiuto quando ne hanno bisogno. Cercare aiuto non è compatibile con la convinzione che si debba essere forti e autosufficienti”.

-Dr. Michael Vallis

Immaginate di non essere soddisfatti del vostro peso, vi sentite a disagio con voi stessi. Reprimendo questa emozione non cambia nulla, il che si ripercuote sul vostro problema e vi fa sentire ancora peggio. La nostra immagine di noi stessi ne esce con le ossa rotte da questo circolo vizioso.

Alcune persone sviluppano perfino la cosiddetta “sindrome dell'impostore”. Forti all'esterno; distrutti all’interno.

Meccanismo di difesa e stress: la trappola della negazione

C’è qualcosa negli uomini che li fa soffrire in silenzio al pensiero che nulla possa cambiare.

Oltre al danno la beffa, perché gli uomini nei Paesi sviluppati sono a maggior rischio di sviluppare quasi tutte le malattie croniche: tumore del polmone, malattia epatica, cardiopatia, ictus e anche obesità.

La risposta predefinita degli uomini allo stress è alla base della loro tendenza a non accettare che c’è un problema e a non chiedere aiuto. Ecco che l’istinto di sopravvivenza torna a prendere il sopravvento. Per istinto, ci avviciniamo al piacere ed evitiamo il dolore. Il meccanismo di difesa più comune è la fuga o l’evitamento.

“La risposta predefinita degli uomini allo stress è alla base della loro tendenza a non accettare che vi sia un problema e a non chiedere aiuto”.

-Dr. Michael Vallis

Più di un meccanismo di difesa

Quindi cosa si può fare? Per fortuna, ci sono alternative all’evitamento.

Quando si tratta di risposta allo stress, abbiamo a disposizione quattro opzioni:

Le emozioni associate allo stress possono essere gestite allontanandole (riducendo al minimo l’emozione, quindi repressione) o concentrandosi direttamente su di esse (sensibilizzazione).

Queste risposte determinano uno schema comportamentale:

  • Fight or flight (lotta o fuggi) si accompagna alla repressione ed è associato a quella che si chiama reazione incentrata sull’azione.
  • Tend/befriend (prenditi cura e sii amichevole) si accompagna alla sensibilizzazione ed è associata alla cosiddetta reazione incentrata sulle emozioni.

Non è questione di reazione buona o cattiva. Si deve pensare a questi modi di reagire allo stress come a delle scelte. Se il piano A non funziona, bisogna considerare il piano B.

Se gli uomini tendono a reagire in modo incentrato sull’azione, reprimendo i sentimenti e assumendo comportamenti di lotta o fuga, allora c’è scelta. Essere aperti a esprimere i propri sentimenti e concentrarsi sulla cura di sé e degli altri può aprire un mondo di scelte.

A father and son standing outside hugging eachother.

“Essere aperti a esprimere i propri sentimenti e concentrarsi sulla cura di sé e degli altri può aprire un mondo di scelte”.

-Dr. Michael Vallis

Quale risposta adottare in caso di obesità?

Avere scelte è una cosa buona perché l’obesità è una malattia complessa, non è semplicemente il risultato di scelte personali sbagliate e della mancanza di forza di volontà. È piuttosto un riflesso di fattori biologici, genetici, sociali e ambientali (nonché personali).

È per questo motivo che la classifichiamo come malattia cronica. Come tutte le malattie croniche, non è ragionevolmente possibile gestirla da soli.

Cosa funziona per gli uomini quando si tratta di gestire l’obesità?

Cosa si può fare al riguardo? Quando esaminiamo le ricerche sulla gestione dell’obesità, vediamo che le donne sono più numerose degli uomini nella maggior parte degli studi. Ciò rende più difficile aiutare gli uomini.

Molti programmi tipici contro l’obesità sono percepiti distanti dalle esigenze degli uomini, perché orientati al femminile. Tuttavia ci sono stati dei successi.

Basta guardare due studi sulla gestione del peso mirati direttamente agli uomini. Uno è stato chiamato programma FFIT (Football Fans in Training) in cui i partecipanti hanno svolto il programma in stadi di calcio.

Un altro è stato chiamato HAT TRICK e ha utilizzato gli spogliatoi di uno stadio di hockey per comunicare con il pubblico maschile.

La ricerca suggerisce che i programmi sono più attraenti per gli uomini se

  • includono l’interazione di gruppo con uomini che la pensano allo stesso modo
  • usano l’umorismo nella realizzazione del programma
  • propongono una sorta di competizione e
  • sono incentrati sull’attività fisica così come sull’alimentazione

Cosa succede se non si è naturalmente inclini ad accettare una diagnosi di obesità come patologia medica cronica che merita di essere curata come tale e potrebbe richiedere un aiuto professionale? Che fare?

Siamo tutti atleti

Mi piacciono molto le metafore, quindi permettetemi di usarne una. Anziché vedervi come persone malate o deboli che hanno bisogno di aiuto, sareste disposti a ripensare alla vostra situazione con l’aiuto dell’atleta che è in voi?

Gli atleti hanno bisogno di allenatori. Sono pochissimi gli atleti che arrivano al top senza allenatori. Gli atleti d’élite hanno un team intero di allenatori. Riuscireste a inquadrare dalla prospettiva di un atleta la vostra strada verso un peso e una salute migliori?

È come se usciste da una lunga pausa invernale e fosse ora di tornare ad allenarvi.

A group picture of several HCPs.

“Anziché vedervi come persone malate o deboli che hanno bisogno di aiuto, sareste disposti a ripensare alla vostra situazione con l’aiuto dell’atleta che è dentro di voi? Gli atleti hanno bisogno di allenatori”.

-Dr. Michael Vallis

La gestione dell’obesità è uno sport di squadra

Come nello sport, la composizione della vostra squadra della salute dipende dalle vostre esigenze individuali e dal vostro stato di salute, ma in generale include un medico specializzato in medicina dell’obesità, un dietista, un fisioterapista e uno psicologo.

Il medico può valutare l’impatto del peso sulla vostra salute, aiutarvi a sviluppare un piano personalizzato di gestione del peso, proporvi farmaci e/o interventi chirurgici se necessario.

I dietisti possono aiutarvi a seguire una dieta equilibrata e a trovare il modo di ridurre le calorie per raggiungere un peso più sano. I fisioterapisti vi aiutano a trovare un piano di attività fisica personalizzato. Uno psicologo è utile per cambiare il comportamento e promuovere una sana autostima.

Quindi, per concludere, iniziate a comporre la vostra squadra sanitaria. Per usare un’espressione amata da noi canadesi, tenete il bastone sul ghiaccio (cioè, non abbassate la guardia).

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