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Storie di cultura | 5 min. tempo di lettura

Tra il dire e il fare: le difficoltà di mettere in pratica ciò che teoricamente conosciamo

Immagina un medico in sovrappeso o obeso. Questo dottore ha fallito perché, nonostante le sue conoscenze, è incorso nella malattia? Come si legge in questa intervista, obesità e sovrappeso possono coinvolgere anche i professionisti della salute. Anche loro possono, però, trarre benefici da percorsi terapeutici mirati e idonei.

Mi presento: mi chiamo Ian Patton e sono un professore universitario. Insegno in una scuola di kinesiologia, una scienza che studia il movimento del corpo e indaga i benefici dell’attività fisica. Nei miei corsi insegno che l’attività motoria è fondamentale per un corretto sviluppo dell’organismo e, più in generale, per la salute dell’uomo. Invito sempre i miei studenti ad approfondire le loro conoscenze, ad “alfabetizzarsi” sulla salute studiando, indagando e aumentando la loro cultura.

Un alto livello di alfabetizzazione sanitaria è, infatti, indispensabile per contrastare le fake news, le mode passeggere e i consigli assolutamente privi di fondamento che si diffondono a macchia d’olio -specialmente sul web- intorno al tema dell’obesità. Ampliare le tue conoscenze ti permette di setacciare tutte queste informazioni e distinguere quale è seria e affidabile e quale, invece, è spazzatura.

Ma è sufficiente questo per risolvere il problema dell’obesità? O c’è dell’altro?

QUANDO IL SAPERE NON BASTA

L’alfabetizzazione sanitaria ha avuto impatto zero sull’obesità, è un dato di fatto e questo perché la maggior parte degli interventi si limita alla prevenzione: le campagne sociali educano a un’alimentazione sana e ai benefici dell’attività fisica, e va benissimo, ma parlando di obesità e sovrappeso non sono sufficienti. In questa patologia entrano in gioco altri fattori sui quali non si può intervenire semplicemente correggendo la propria alimentazione o le proprie abitudini quotidiane: genetica, innanzitutto, e biologia, ma anche psicologia

Se bastasse diffondere messaggi di prevenzione per risolvere il problema, allora sarebbe corretto il messaggio che, purtroppo, troppo spesso passa, quello che vede le persone grasse come colpevoli, per via della loro pigrizia o mancanza di cultura.

Man wearing a grey shirt smiling.

Pensiamo alle altre malattie croniche: ipertensione, diabete, tumori. Basta la prevenzione per sconfiggerle? Diremmo mai a un malato di tumore “Sei da solo, devi imparare a guarire contando solamente su te stesso”? Perché ci si aspetta questo con l’obesità?

MI VERGOGNAVO, POI HO CAPITO

Vivo con l’obesità da ormai molto tempo. L’obesità mi ha quasi ucciso: ho raggiunto i 165 kg di peso, sono stato iperteso e ho sofferto di apnee notturne. Ho avuto la sensazione che il grasso mi stesse risucchiando la vita. Ho perso peso, poi l’ho ripreso, perso nuovamente e ripreso. E tutto questo perché sono sciocco e perché non so che mangiar meno e fare sport è salutare per il mio corpo… corretto?

E invece lo so. Ho un dottorato di ricerca in kinesiologia e una borsa di studio post dottorato, mi sono specializzato sull’obesità e il sovrappeso e ho tenuto corsi anche di nutrizione in università: le mie conoscenze sul tema sono alle stelle, eppure eccomi qui: obeso.

Com’è possibile?

Mi chiamavano a convegni internazionali, mi chiedevano di parlare di fronte a platee numerose e autorevoli, parlavo di scienza dell’obesità mentre lottavo contro la mia salute. La mia bocca diceva una cosa, il mio corpo dava il messaggio esattamente opposto.

Questo mi ha mandato in crisi, una crisi profonda. Mi odiavo, mi sono fatto del male e mi sono vergognato profondamente di me stesso. Chi poteva credere nelle mie parole, chi prendermi sul serio, se neanche io riuscivo a farlo?

Poi ho finalmente capito: l’obesità è una malattia cronica e puoi sapere tutto sulla materia, ma non basta.

«Mi chiamavano a convegni internazionali, mi chiedevano di parlare di fronte a platee numerose e autorevoli, parlavo di scienza dell’obesità mentre lottavo contro la mia salute. La mia bocca parlava di una cosa, il mio corpo dava il messaggio esattamente opposto»

-dottor Ian Patton

L’OBESITÀ È UNA MALATTIA CRONICA

Pensiamo alle altre malattie croniche: ipertensione, diabete, tumori. Basta la prevenzione per sconfiggerle? Diremmo mai a un malato di tumore “Sei da solo, devi imparare a guarire contando solamente su te stesso”? Un medico malato di cuore: gli diremmo mai che deve curarsi esaminando i suoi testi di medicina, perché lì c’è la soluzione al suo problema?

Assolutamente no, perché le malattie croniche sono più complicate di così e necessitano di una specifica gestione. Perché ci si aspetta altro con l’obesità?

La politica e la società devono rendersi conto che siamo di fronte a una malattia cronica che, esattamente come tutte le altre, richiede un approccio diverso e percorsi di cura specifici. Siamo stati abituati a credere che obesità e sovrappeso siano colpa della persona che ne soffre, ma ci siamo sbagliati. E ora dobbiamo recuperare.

Dobbiamo migliorare l’alfabetizzazione sulla tematica, perché soltanto così riusciremo a cambiare la mentalità e a bloccare la pericolosa diffusione di informazioni false. Dobbiamo pretendere che la politica e i sistemi sanitari riconoscano obesità e sovrappeso come malattie croniche e che le affrontino come tali. Ma, soprattutto, dobbiamo comprendere che, quando si tratta di obesità, serve un approccio diverso, che sappia affrontare la malattia in tutta la sua complessità e che non punti solo su educazione e prevenzione.

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