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Vivere con l’obesità | 6 min. tempo di lettura

La vita con l'obesità è fatta di momenti difficili ed è importante avere accanto persone che sappiano motivarci: il racconto di Gabriele

Gabriele M. è uomo di 76 anni con una grande cultura ed esperienza. Manager in un’azienda farmaceutica, con un’attività lavorativa che l’ha portato in giro per l’Italia per molti anni, è ora in pensione. Affetto da obesità fin dall’infanzia, ha vissuto una vita in cui le oscillazioni di peso si sono susseguite praticamente sempre, fino a quando anche la terapia farmacologia gli ha offerto una stabilità che aveva perso la speranza di raggiungere.

Lo chiamiamo un po’ in anticipo e ci risponde «Datemi 5 minuti che scendo dal tapis roulant». Inizia così una lunga e piacevole chiacchierata con una persona che ha grande consapevolezza e memoria del suo percorso di cura e che ha molto ben chiare le idee sulle cose davvero importanti in questo cammino: «Affidarsi a medici competenti, a un team di specialisti che conoscano bene la materia, per non perdere tempo ed energie. Insieme alle persone che questa lunga strada la percorrono accanto a te, la famiglia innanzitutto».

Signor Gabriele, qual era la sua problematica legata al peso e in che modo influiva sulla sua vita quotidiana?

Sono affetto da obesità fin dall’infanzia, ma intorno ai 10-12 anni ho avuto un’acalasia esofagea, una malattia dell’esofago che mi ha fatto perdere molto peso. Fino ai 27 anni circa sono rimasto magro e mi sono sposato a quell’età che pesavo 69 kg, poi ho trovato una soluzione all’acalasia esofagea, ma insieme alla salute ho recuperato peso. Sempre di più e in maniera costante, fino ad arrivare a pesare più di 170 kg. Nonostante questo, la mia vita è sempre stata dinamica, il mio lavoro mi ha portato a girare molto l’Italia e a vivere in hotel per circa un decennio. Da sempre iperattivo, ho dovuto spostarmi spesso lungo lo Stivale, sempre con il mio grande ingombro e con tutto quello che ogni giorno mi precludeva, oltre a problematiche di salute che nel corso degli anni si sono aggravate, causandomi non pochi disagi. Periartrite, dolori muscolari, mal di schiena costante: non mi sono mai fermato, ma è stato molto faticoso.

 

Quali sono stati gli eventi principali che hanno segnato, in positivo e in negativo, il suo percorso di perdita di peso?

Per cercare di stare meglio ho deciso di operarmi, ho fatto un intervento di riduzione gastrica e ho perso improvvisamente quasi 80 kg, ma i miei valori pressori ne sono usciti completamente sballati, pressione massima a 90 e minima a 30. Questa situazione mi ha costretto a vivere in una condizione di immobilità quasi totale. Riuscivo a malapena ad alzarmi dal letto, ero sempre affaticato, avevo capogiri frequenti e difficoltà a muovermi, tutto a causa del peso perso in maniera eccessiva e troppo in fretta. Gli esperti che mi seguivano allora mi consigliarono di ingrassare un po’, ma la cosa sfuggì al mio controllo e in breve tempo ripresi così moltissimi chili: tornai a pesarne più di 160 kg.

Quali sono stati i passi che meglio hanno contribuito al successo della sua terapia?

Nel 2018 la svolta: ho incontrato una dottoressa assai competente, che mi ha letteralmente salvato la vita. Mi sono affidato a lei, che mi ha suggerito di partecipare a un percorso di nutrizione alimentare specifico per persone con obesità, una specie di ritiro di clausura nel quale, oltre a nozioni sulla più corretta alimentazione, ho praticato quotidianamente sport, seguito da un competente team di fisioterapisti, psichiatri e psicologi. Ho passato lì un mese ed è stata un’esperienza straordinaria: lì ho appreso che gestire la mia obesità era possibile. Nel frattempo la dottoressa mi ha prescritto anche una terapia farmacologica con un nuovo farmaco iniettivo, che con me ha funzionato - e funziona tuttora - molto bene perché mi aiuta a controllare la fame compulsiva. Il medicinale mi dà una maggiore sensazione di sazietà e per questo lo prendo tutti i giorni, con costanza, perché so che mi è di grande aiuto.

L’obesità è una malattia cronica che richiede un approccio costante. Ci sono stati momenti di particolare sfiducia/sconforto in cui ha pensato che non ce l’avrebbe fatta? Se sì, come li ha superati?

Molti: la vita con l’obesità è fatta di momenti anche molto bui, di depressione e instabilità, di crisi compulsive. Nel corso degli anni ne ho avute diverse durante le quali ho mangiato di tutto, stando poi davvero molto male e di questi episodi ne ho avuto qualcuno anche di recente, ma ho sempre avuto la prontezza e la saggezza di rivolgermi subito al medico, per avvisarla delle mie crisi e così siamo riusciti a superarle. Sono anche stato in terapia psichiatrica perché tristezza, depressione e demotivazione fanno parte del percorso. Farsi aiutare senza tentennare, senza aspettare che la situazione si risolva da sola è fondamentale, è la chiave di volta per andare avanti con tenacia e determinazione.

 

Quanto è stato importante il rapporto con il medico e il team di specialisti che l’hanno seguita?

È fondamentale, davvero una parte gigantesca del percorso di convivenza con l’obesità. Sono stato fortunato perché nella dottoressa che mi ha seguito ho trovato uno specialista preparato e umanamente molto vicino ai suoi pazienti. Ha saputo ascoltare e capire la mia storia, mi ha prescritto il farmaco giusto e mi ha spiegato con pazienza i vantaggi di un’alimentazione sana e l’importanza di praticare quotidianamente attività sportiva. Oggi cammino tutti i giorni, se posso all’aperto, per un’oretta, se il clima non lo consente, sul mio tapis roulant. La dottoressa mi è stata vicina anche quando ho avvertito qualche problema, come nausea e tremori: mi ha consigliato di sospendere il farmaco per un paio di settimane e poi di riprenderlo, e tutto si è sistemato. La perdita di peso con il medicinale iniettivo non è stata improvvisa come mi era capitato dopo l’intervento di riduzione gastrica. È un calo ponderale progressivo e graduale, certamente più corretto per il mio caso. Non mi è mai stata prescritta una dieta restrittiva, ma mi è stato insegnato come mangiare in maniera sana: per esempio, mangio poco ma molto spesso, faccio tre spuntini al giorno, yogurt magro, frutta e verdura, qualche biscotto. Così tengo a bada la fame per tutto l’arco della giornata e arrivo al momento del pranzo e della cena senza fame eccessiva. Gli specialisti che si sono presi cura di me mi hanno insegnato come  prendermi cura a mia volta di me stesso.

Come sta affrontando ora nel quotidiano il suo percorso di mantenimento del peso?

Oggi assumo il farmaco iniettivo tutti i giorni, pratico attività motoria quotidiana e mi nutro con un’alimentazione bilanciata. Peso 110 kg e sto bene: la periartrite ce l’ho sempre, ma i dolori alle ossa e alla schiena sono molto inferiori rispetto al passato. Ho gli acciacchi legati alla mia età (76 anni), ma con quelli bisogna imparare a convivere.

Dallo specialista vado una volta ogni 3 mesi. All’inizio l’appuntamento era ogni 15 giorni, poi una volta al mese, e ora siamo arrivati a vederci ogni 3 mesi, ma se mi capita un momento di crisi o mi viene qualche dubbio sull’alimentazione o sul farmaco, la chiamo subito. Mi ha detto che d’ora in avanti dovrò perdere al massimo un paio di chili ogni 2 mesi perché il nostro obiettivo non è più perdere molto peso, ma stabilizzarlo, e ci riusciremo procedendo su questa strada, sempre insieme.

 

Da paziente a paziente, quali consigli si sentirebbe di dare a chi sta per intraprendere un percorso come il suo?

Affidarsi a specialisti che conoscano davvero l’obesità, che sappiamo dare istruzioni corrette dopo aver ascoltato la storia personale di ognuno. A me è servito moltissimo il percorso che ho frequentato per un mese, perché mi ha dato gli strumenti per gestire la mia malattia. Il fai da te, invece, non serve a nulla, così come le diete non personalizzate. È utile, invece, un medico che creda in te e al quale tu possa rivolgerti anche quando la terapia non funziona, quando hai dubbi e tentennamenti. Serve un rapporto bilaterale con il medico, sincerità e consapevolezza, da parte di entrambi.

E poi avere accanto persone che sappiano incoraggiarti, perché la vita con l’obesità è fatta di momenti davvero molto difficili. Qualcuno che si occupi di te e si preoccupi per te è di grande supporto, soprattutto quando le cose non vanno come vorresti e ti viene voglia di mollare tutto.

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