Come aiutare il proprio partner o il familiare convivente nel suo
percorso di gestione del peso? Il passaggio a uno stile di vita più
salutare non è semplice e chi sta accanto alla persona alle prese con
una terapia per obesità e sovrappeso può avere dubbi, vivere momenti
di incertezza e commettere, in buona fede, qualche sbaglio. Questo
articolo è dedicato a voi, per offrirvi qualche spunto di riflessione
utile sul vostro importante ruolo in questo viaggio.
Essere concretamente di supporto: è questo il desiderio di ogni
persona che si trova accanto a un familiare che sta affrontando il
percorso di gestione di obesità e sovrappeso. Sia esso un partner, il
compagno di vita, un figlio, un genitore oppure un fratello, chi
convive con una persona con obesità vuole essere d’aiuto.
Non è un ruolo facile, va detto subito con sincerità, ma è
fondamentale, perché il contesto familiare e le persone che ogni
giorno vivono a stretto contatto con il paziente con obesità svolgono
un ruolo davvero importante. Avere accanto chi sa supportare,
incoraggiare, sostenere nelle difficoltà e festeggiare i successi è
d’importanza vitale per la persona che sta affrontando un percorso di
dimagrimento. Il passaggio a uno stile di vita più salutare è,
infatti, un momento delicato e assai impegnativo, un investimento in
salute che richiede forza di volontà sicuramente, ma anche tempo,
fatica e dispendio di energie, sia fisicamente, sia emotivamente. È
innegabile che il supporto di chi ti vuole bene possa fare la
differenza nel raggiungere gli obiettivi che ci si è prefissati e per
questo spesso i familiari vengono coinvolti attivamente. Per esempio
nella fase di consulto psicologico alla persona con obesità oppure,
nel momento in cui il nutrizionista dà indicazioni operative sul
regime alimentare suggerito.
Se sei tu quella persona che accompagna, qui troverai indicazioni
pratiche e spunti di riflessione per essere parte attiva nel processo
di gestione di obesità e sovrappeso del tuo familiare.
Accanto sempre, troppo invasivi mai
Il primo suggerimento che ci sentiamo di dare – e motivato dal
confronto con il team di esperti che sono parte attiva nel processo
terapeutico della persona in stato di obesità – è non giudicare né
criticare le scelte di chi sta affrontando questo percorso. Parlare,
confrontarsi e conversare, farsi coinvolgere e coinvolgere, ma senza
toni critici o giudizi aspri, senza stress o isteria: chi amiamo deve
sapere che siamo al suo fianco, ma non per sorvegliarlo o
rimproverarlo, piuttosto per sostenerlo e stimolarlo. Allo stesso
modo, non dobbiamo essere il personal trainer di nessuno: l’attività
fisica svolge un ruolo importante in un percorso di dimagrimento, ma
deve essere la persona che lo sta affrontando a capirlo, senza troppe
pressioni. Piuttosto potrebbe essere utile trovare un professionista
che possa guidarla nell’attività motoria, meglio se con una formazione
certificata sul trattamento delle persone con obesità, così da essere
certi che sappia farle praticare sport e movimento nel modo più
corretto. Quello che possiamo fare è, invece, trovare qualcosa
da fare insieme muovendosi e divertendosi: se al nostro compagno
piace, per esempio, passeggiare, ecco che invitarlo a uscire per un
giretto breve al posto che restare sul divano a guardare un film
potrebbe rivelarsi utile (a entrambi, tra l’altro, perché il movimento
fa bene a tutti, a qualsiasi età e in qualsiasi condizione di peso).
Se, invece, gli piace ballare, perché non mettere un po’ di musica e
fare insieme qualche passo di danza?
Un suggerimento importante è non strafare, ma concentrarsi piuttosto
su obiettivi concreti e realizzabili: partire in quarta stimolando un
eccessivo sforzo, sia esso fisico o anche solo mentale, è sempre
controproducente e rischia di portare a un fallimento, con conseguente
stress per la persona che già si sta impegnando a dare il massimo. Per
capirci, una passeggiata quotidiana di 30 minuti dà risultati maggiori
di una gita settimanale di 2 ore di cammino.
Parlando di regime alimentare, altro pilastro per modificare in
maniera duratura e salutare il proprio stile di vita, andiamo su
consigli inevitabilmente più pratici, a partire dal colloquio con il
team di specialisti che indicherà la dieta da seguire: accompagnare il
proprio marito, fratello o genitore alle visite è sicuramente un bel
gesto, non lo è essere eccessivamente invadenti, voler a tutti i costi
presenziare alla visita e intervenire, spiegando, per esempio, come e
quanto mangia la persona, pur con il buon intento di svelare tutta la
verità al medico. Non siamo noi i protagonisti, non dobbiamo
sostituirci al paziente: atteggiamenti troppo invadenti rischiano di
ostacolare la creazione di un rapporto di fiducia tra lui e il medico
e, soprattutto, di spingere a un’adesione non volontaria del piano di
cura ma spinta soltanto dal desiderio di compiacerci. Meglio, allora,
accompagnare alle visite, ma restare fuori dallo studio del medico e
intervenire solo e se sarà richiesto dallo specialista o dal nostro familiare.
Partecipare con consapevolezza alle scelte alimentari
Una volta avviato il percorso di trattamento di cura per l’obesità e
il sovrappeso, potremo essere parte attiva nella gestione alimentare
di chi vive sotto il nostro stesso tetto. Partiamo dalla spesa: non va
completamente rivoluzionata, vanno seguite certamente le indicazioni
date dal nutrizionista, ma eliminare tutto ciò che sappiamo piacere al
nostro partner può non dare risultati concreti. Meglio comprare,
invece, ciò che gli piace, ma scegliendo in maniera sana e
consapevole. Per esempio, se non piacciono assolutamente i cavolfiori,
inutile accanirsi e riempire il frigorifero, “perché fanno bene”. C’è
di sicuro un’alternativa più apprezzata e allo stesso modo salutare su
cui orientarsi nel momento della spesa. Allo stesso modo, se il nostro
familiare ha l’abitudine di spiluccare qualcosa durante la notte,
facciamogli trovare pronti alimenti che possano soddisfare questo
bisogno, ma senza essere nocivi: per esempio verdura già pronta o
frutta sbucciata.
Nel caso non ci fosse, invece, un’alternativa salutare, allora
potremo trasformare il cibo prediletto dal nostro partner in
un’occasione speciale: se gli piacciono molto i biscotti che produce
la pasticceria del quartiere, una volta ogni tanto regaliamoglieli,
come un trattamento speciale, un pensiero d’affetto e anche una
gratificazione per l’impegno che sta mettendo nel suo percorso di
gestione del peso. Al posto di cassare alcuni cibi, ricordiamoci,
infine, che in cucina si può essere molto creativi e, dando spazio
alla fantasia, si possono realizzare piatti gustosi e al tempo stesso
salutari. Iniziamo con il ridurre il contenuto di sale, aumentando,
invece, le spezie e le erbe aromatiche, elementi preziosi per dare
sapore agli alimenti. Come condimenti utilizziamo solo olio
extravergine di oliva, evitando, invece, burro e margarina, ed
evitiamo anche di tenere in casa cibi pronti da mangiare. Affrontare
l’obesità significa cambiare stile di vita e questo coinvolge
inevitabilmente tutti i membri della famiglia, in un percorso che va
condiviso anche a tavola.
Gestire la crisi
Infine, un piccolo accenno a un tema molto importante: pur con le
migliori intenzioni e con tutto l’affetto che ci spinge a essere
vicini a chi sta affrontando un percorso di dimagrimento, potrà
capitare di commettere qualche errore. Fa parte del progetto di
crescita e non bisogna colpevolizzarsi quando accade di perdere la
pazienza, scoraggiarsi o entrare in conflitto con chi, in realtà,
vogliamo solo proteggere.
Il percorso di gestione di obesità e sovrappeso richiede, come detto,
forza di volontà ed energie e talvolta ci impone di abbandonare strade
note per percorrerne di nuove, modificando anche radicalmente lo stile
di vita di tutta la famiglia, ed è certamente un impegno consistente,
che può procurare stress. Impariamo a viverlo insieme, aiutandoci a
vicenda a superare le difficoltà e ricordando di celebrare sempre i
piccoli e grandi successi che il nostro partner, genitore, fratello o
amico riuscirà a raggiungere. Valorizzare i risultati permette,
infatti, di rinforzare i comportamenti virtuosi e aumenta l’autostima,
consolidando anche il legame che c’è in famiglia. E ricordate, i
risultati non si misurano solo con la bilancia, ma più in generale in
termini di miglioramento della salute, di tolleranza allo sforzo
fisico, di maggior energia e buonumore.
È fondamentale avere un partner affidabile nel proprio percorso di
dimagrimento: il medico deve accompagnarci lungo la strada con continue
iniezioni di fiducia stimolando la nostra motivazione, soprattutto in
quei momenti in cui le cose si fanno più difficili. Il rischio,
altrimenti, è di perdere la bussola e abbandonare del tutto la terapia.
Per contrastare peso e obesità, vinci la sedentarietà e scegli una vita attiva
Uno stile di vita attivo è un concetto ampio che include anche attività
quotidiane come fare le scale al posto dell'ascensore o andare a piedi
invece che in auto.
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