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Storie di scienza | 8 min. tempo di lettura

Insieme è meglio

Come aiutare il proprio partner o il familiare convivente nel suo percorso di gestione del peso? Il passaggio a uno stile di vita più salutare non è semplice e chi sta accanto alla persona alle prese con una terapia per obesità e sovrappeso può avere dubbi, vivere momenti di incertezza e commettere, in buona fede, qualche sbaglio. Questo articolo è dedicato a voi, per offrirvi qualche spunto di riflessione utile sul vostro importante ruolo in questo viaggio.

Essere concretamente di supporto: è questo il desiderio di ogni persona che si trova accanto a un familiare che sta affrontando il percorso di gestione di obesità e sovrappeso. Sia esso un partner, il compagno di vita, un figlio, un genitore oppure un fratello, chi convive con una persona con obesità vuole essere d’aiuto.

Non è un ruolo facile, va detto subito con sincerità, ma è fondamentale, perché il contesto familiare e le persone che ogni giorno vivono a stretto contatto con il paziente con obesità svolgono un ruolo davvero importante. Avere accanto chi sa supportare, incoraggiare, sostenere nelle difficoltà e festeggiare i successi è d’importanza vitale per la persona che sta affrontando un percorso di dimagrimento. Il passaggio a uno stile di vita più salutare è, infatti, un momento delicato e assai impegnativo, un investimento in salute che richiede forza di volontà sicuramente, ma anche tempo, fatica e dispendio di energie, sia fisicamente, sia emotivamente. È innegabile che il supporto di chi ti vuole bene possa fare la differenza nel raggiungere gli obiettivi che ci si è prefissati e per questo spesso i familiari vengono coinvolti attivamente. Per esempio nella fase di consulto psicologico alla persona con obesità oppure, nel momento in cui il nutrizionista dà indicazioni operative sul regime alimentare suggerito.

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Se sei tu quella persona che accompagna, qui troverai indicazioni pratiche e spunti di riflessione per essere parte attiva nel processo di gestione di obesità e sovrappeso del tuo familiare.

Accanto sempre, troppo invasivi mai

Il primo suggerimento che ci sentiamo di dare – e motivato dal confronto con il team di esperti che sono parte attiva nel processo terapeutico della persona in stato di obesità – è non giudicare né criticare le scelte di chi sta affrontando questo percorso. Parlare, confrontarsi e conversare, farsi coinvolgere e coinvolgere, ma senza toni critici o giudizi aspri, senza stress o isteria: chi amiamo deve sapere che siamo al suo fianco, ma non per sorvegliarlo o rimproverarlo, piuttosto per sostenerlo e stimolarlo. Allo stesso modo, non dobbiamo essere il personal trainer di nessuno: l’attività fisica svolge un ruolo importante in un percorso di dimagrimento, ma deve essere la persona che lo sta affrontando a capirlo, senza troppe pressioni. Piuttosto potrebbe essere utile trovare un professionista che possa guidarla nell’attività motoria, meglio se con una formazione certificata sul trattamento delle persone con obesità, così da essere certi che sappia farle praticare sport e movimento nel modo più corretto.
Quello che possiamo fare è, invece, trovare qualcosa da fare insieme muovendosi e divertendosi: se al nostro compagno piace, per esempio, passeggiare, ecco che invitarlo a uscire per un giretto breve al posto che restare sul divano a guardare un film potrebbe rivelarsi utile (a entrambi, tra l’altro, perché il movimento fa bene a tutti, a qualsiasi età e in qualsiasi condizione di peso). Se, invece, gli piace ballare, perché non mettere un po’ di musica e fare insieme qualche passo di danza?

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Mai giudicare o criticare le scelte di chi sta affrontando un percorso di dimagrimento: toni critici, giudizi aspri e stress non lo aiutano. Sono di supporto, invece, il dialogo, il confronto e il coinvolgimento: chi amiamo deve sapere che siamo al suo fianco, non per sorvegliarlo o rimproverarlo, ma per sostenerlo e stimolarlo.

Un suggerimento importante è non strafare, ma concentrarsi piuttosto su obiettivi concreti e realizzabili: partire in quarta stimolando un eccessivo sforzo, sia esso fisico o anche solo mentale, è sempre controproducente e rischia di portare a un fallimento, con conseguente stress per la persona che già si sta impegnando a dare il massimo. Per capirci, una passeggiata quotidiana di 30 minuti dà risultati maggiori di una gita settimanale di 2 ore di cammino.


Parlando di regime alimentare, altro pilastro per modificare in maniera duratura e salutare il proprio stile di vita, andiamo su consigli inevitabilmente più pratici, a partire dal colloquio con il team di specialisti che indicherà la dieta da seguire: accompagnare il proprio marito, fratello o genitore alle visite è sicuramente un bel gesto, non lo è essere eccessivamente invadenti, voler a tutti i costi presenziare alla visita e intervenire, spiegando, per esempio, come e quanto mangia la persona, pur con il buon intento di svelare tutta la verità al medico. Non siamo noi i protagonisti, non dobbiamo sostituirci al paziente: atteggiamenti troppo invadenti rischiano di ostacolare la creazione di un rapporto di fiducia tra lui e il medico e, soprattutto, di spingere a un’adesione non volontaria del piano di cura ma spinta soltanto dal desiderio di compiacerci. Meglio, allora, accompagnare alle visite, ma restare fuori dallo studio del medico e intervenire solo e se sarà richiesto dallo specialista o dal nostro familiare.

Partecipare con consapevolezza alle scelte alimentari

Una volta avviato il percorso di trattamento di cura per l’obesità e il sovrappeso, potremo essere parte attiva nella gestione alimentare di chi vive sotto il nostro stesso tetto. Partiamo dalla spesa: non va completamente rivoluzionata, vanno seguite certamente le indicazioni date dal nutrizionista, ma eliminare tutto ciò che sappiamo piacere al nostro partner può non dare risultati concreti. Meglio comprare, invece, ciò che gli piace, ma scegliendo in maniera sana e consapevole. Per esempio, se non piacciono assolutamente i cavolfiori, inutile accanirsi e riempire il frigorifero, “perché fanno bene”. C’è di sicuro un’alternativa più apprezzata e allo stesso modo salutare su cui orientarsi nel momento della spesa. Allo stesso modo, se il nostro familiare ha l’abitudine di spiluccare qualcosa durante la notte, facciamogli trovare pronti alimenti che possano soddisfare questo bisogno, ma senza essere nocivi: per esempio verdura già pronta o frutta sbucciata.

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Nel caso non ci fosse, invece, un’alternativa salutare, allora potremo trasformare il cibo prediletto dal nostro partner in un’occasione speciale: se gli piacciono molto i biscotti che produce la pasticceria del quartiere, una volta ogni tanto regaliamoglieli, come un trattamento speciale, un pensiero d’affetto e anche una gratificazione per l’impegno che sta mettendo nel suo percorso di gestione del peso. Al posto di cassare alcuni cibi, ricordiamoci, infine, che in cucina si può essere molto creativi e, dando spazio alla fantasia, si possono realizzare piatti gustosi e al tempo stesso salutari. Iniziamo con il ridurre il contenuto di sale, aumentando, invece, le spezie e le erbe aromatiche, elementi preziosi per dare sapore agli alimenti. Come condimenti utilizziamo solo olio extravergine di oliva, evitando, invece, burro e margarina, ed evitiamo anche di tenere in casa cibi pronti da mangiare. Affrontare l’obesità significa cambiare stile di vita e questo coinvolge inevitabilmente tutti i membri della famiglia, in un percorso che va condiviso anche a tavola.

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Affrontare l’obesità significa cambiare stile di vita e coinvolge tutti i membri della famiglia, in un percorso che va condiviso anche a tavola. In cucina si può essere creativi e, dando spazio alla fantasia, realizzare piatti gustosi e al tempo stesso salutari.

Gestire la crisi

Infine, un piccolo accenno a un tema molto importante: pur con le migliori intenzioni e con tutto l’affetto che ci spinge a essere vicini a chi sta affrontando un percorso di dimagrimento, potrà capitare di commettere qualche errore. Fa parte del progetto di crescita e non bisogna colpevolizzarsi quando accade di perdere la pazienza, scoraggiarsi o entrare in conflitto con chi, in realtà, vogliamo solo proteggere.

Il percorso di gestione di obesità e sovrappeso richiede, come detto, forza di volontà ed energie e talvolta ci impone di abbandonare strade note per percorrerne di nuove, modificando anche radicalmente lo stile di vita di tutta la famiglia, ed è certamente un impegno consistente, che può procurare stress. Impariamo a viverlo insieme, aiutandoci a vicenda a superare le difficoltà e ricordando di celebrare sempre i piccoli e grandi successi che il nostro partner, genitore, fratello o amico riuscirà a raggiungere. Valorizzare i risultati permette, infatti, di rinforzare i comportamenti virtuosi e aumenta l’autostima, consolidando anche il legame che c’è in famiglia. E ricordate, i risultati non si misurano solo con la bilancia, ma più in generale in termini di miglioramento della salute, di tolleranza allo sforzo fisico, di maggior energia e buonumore.

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