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Obesità | 6 min. tempo di lettura

La cura dell'obesità: le opzioni terapeutiche

L’obesità è una malattia complessa che risente di numerose variabili. Vediamo quali sono le possibilità terapeutiche scientificamente dimostrate allo stato attuale.

L’obesità è una malattia complessa con molte cause. Come spiega il professor Arya Sharma, direttore scientifico di Obesity Canada, specializzato nel trattamento dell’obesità, “Non esiste un’unica strategia efficace per tutti i pazienti. Qualsiasi piano di gestione efficace prevede strategie a lungo termine che aiutano i pazienti a ridurre il peso corporeo e a evitare di riprenderlo”. 

Un piano terapeutico, quindi, deve poter prevedere diverse opzioni di trattamento e, soprattutto, essere flessibile: man mano che si procede nel percorso di gestione del peso, infatti, un tipo di trattamento potrebbe rivelarsi più efficace di altri per quello specifico paziente. Inoltre, deve potersi adattare alle diverse esigenze ed evolversi nel tempo. Per questo è fondamentale il ruolo dell’operatore sanitario: grazie alla sua esperienza e professionalità potrà identificare, in accordo con il paziente, quale sia l’opzione terapeutica più indicata. Di come capire se possano esserci le basi per un rapporto di fiducia e stima, ponendo le domande giuste allo specialista, abbiamo parlato in questo articolo (https://www.truthaboutweight.global/ch/it/supporto-e-strumenti/parliamone-10-domande-da-porre-al-medico.html). 
Vediamo, ora, quali sono le possibilità scientificamente dimostrate attualmente a disposizione degli operatori sanitari per la cura dell’obesità. 

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Le persone affette da obesità o sovrappeso hanno bisogno di un piano terapeutico personalizzato, studiato su misura delle proprie esigenze. Soltanto uno specialista potrà identificare quello più adatto.

Alimentazione

Il controllo dell’alimentazione è il primo fondamentale pilastro di un percorso di perdita di peso. È importante essere consapevoli che non esistono diete “miracolose” e soprattutto valide per tutti. Cambiare il modo di mangiare non significa soltanto consumare meno calorie, ma sviluppare un piano personalizzato di gestione del peso, a partire dalle abitudini alimentari del paziente. Un’attenta valutazione potrà verificare, per esempio, se esistono momenti della giornata in cui si è più a rischio di mangiare troppo o di consumare cibi poco sani e dovrà considerare dove si consumano i pasti, se il paziente è abituato a mangiare quando si sente stanco, stressato o triste e come vive la sensazione di sazietà dopo aver consumato il pasto. Tutte queste valutazioni aiuteranno il paziente ad acquisire un rapporto più consapevole con il cibo.
Esistono molte diete che hanno una buona validità scientifica e un buon profilo di sicurezza, dalla dieta mediterranea alla ipocalorica ipolipidica, dalla dieta a basso o bassissimo contenuto di carboidrati (chetogenica) alla vegetariana, e via dicendo. La dieta migliore? Quella a cui il paziente può aderire più facilmente. È pertanto fondamentale discutere dei propri obiettivi e delle proprie abitudini alimentari con il medico, in modo che possa suggerire uno schema alimentare su misura.

Attività fisica

Fare attività fisica è alla base non solo di un percorso di lotta a sovrappeso e obesità ma è un cardine per mantenersi in salute. Ovviamente non bisogna correre una maratona ogni giorno: soprattutto se si è poco abituati all’attività fisica, per iniziare può essere sufficiente aggiungere un po’ di movimento alle normali attività della vita quotidiana. Alzarsi e muoversi per qualche minuto ogni ora può essere un buon inizio e fare già la differenza. Poi si può man mano aumentare: spostarsi a piedi, fare le scale quando possibile, aggiungendo gradualmente nuove attività, meglio se piacevoli, che possano diventare abitudini da portare avanti nel tempo.

Terapia comportamentale

Corpo e mente sono strettamente connessi ed è quindi importante considerare anche gli aspetti psicologici della gestione del peso. A questo serve la terapia comportamentale: aiuta a identificare modelli di pensiero, emozioni e comportamenti che sono alla base di un eccessivo consumo di cibo e del conseguente aumento di peso, come per esempio assumere porzioni troppo grandi o spuntini frequenti, o l’abitudine di mangiare e bere anche quando non si ha fame. Obiettivo della terapia comportamentale è contribuire all’acquisizione di competenze che consentano di alterare queste abitudini e favorire il mantenimento a lungo termine della perdita di peso e il miglioramento delle condizioni di salute.

Sebbene si tratti di un approccio terapeutico ancora poco noto, le evidenze scientifiche in merito sono solidissime, tanto che tutte le linee guida per il trattamento dell’obesità inseriscono la terapia comportamentale nell’ambito dei punti fermi del trattamento.

La terapia comportamentale prevede incontri singoli o di gruppo e persino l’utilizzo di manuali di auto aiuto. Come per gli altri trattamenti, è opportuno affidarsi a un team specializzato che possa fornire le indicazioni più corrette per il singolo paziente.

Pasti sostitutivi/dieta ipocalorica chetogenica

Le principali linee guida nazionali e internazionali indicano, tra le terapie contro l’obesità, le diete ipocaloriche con l’ausilio di pasti sostitutivi. I pasti sostitutivi sono prodotti a contenuto calorico controllato che contengono nutrienti essenziali, vitamine e minerali. Sono solitamente ricchi di proteine e poveri di grassi e carboidrati, e possono far parte di un piano dietetico sottoposto a supervisione medica che prevede la sostituzione di uno o più pasti ogni giorno con alimenti o formulazioni che forniscono un determinato numero di calorie, per esempio tra 600 e 800 calorie al giorno. Perché sia efficace e priva di rischi, questo tipo di dieta deve essere seguita sempre sotto controllo medico.

Farmaci anti obesità

I processi biologici che influenzano l’appetito non sono sempre controllabili in maniera consapevole. È qui che intervengono, in modi diversi, i farmaci anti-obesità. Non tutte le persone con obesità dovrebbero utilizzare farmaci per il trattamento del peso, ma quando la dieta da sola a un certo punto non permette di raggiungere gli obiettivi sperati, è spesso utile inserirli. 

Farmaci diversi agiscono in modi diversi. Alcuni aiutano a regolare l’appetito e a ridurre le porzioni di cibo: questo permette di mangiare meno e rende più facile modificare lo stile di vita. I farmaci anti-obesità possono anche aiutare a prevenire il riacquisto di peso gestendo le risposte biologiche dell’organismo alla perdita di peso, come per esempio il continuo aumento della fame. Altri farmaci, infine, aiutano a perdere peso alterando il modo in cui il corpo metabolizza alcuni nutrienti, in particolare i grassi.

Purtroppo, in passato sono stati utilizzati farmaci per il trattamento del peso che hanno causato effetti collaterali molto importanti in chi ne ha fatto utilizzo. Questo ha creato diffidenza nei confronti dei farmaci, diffidenza non più giustificata sulla base del profilo benefici-rischi dei nuovi farmaci per obesità. Al giorno d’oggi, i controlli preliminari all’immissione in commercio dei farmaci sono molto stringenti. Come per ogni tipologia di intervento, tuttavia, è importante affidarsi al proprio medico per adottare la strategia più sicura ed efficace. È fondamentale comprendere che l’utilizzo di un farmaco per la terapia dell’obesità non rappresenta un fallimento né una condanna a vita, ma deve essere vissuto alla stessa maniera di un farmaco prescritto, per esempio, per la pressione elevata.

Chirurgia bariatrica

Opzione terapeutica per l’obesità grave, il termine chirurgia bariatrica indica diverse tipologie di intervento che hanno lo scopo di modificare l’apparato digerente, riducendo la quantità di cibo che una persona è in grado di ingerire in un unico pasto o l’assorbimento calorico. È stato dimostrato che apportano cambiamenti metabolici e ormonali, che svolgono un ruolo importante nella regolazione del peso. I cambiamenti ormonali che si verificano hanno la funzione di prevenire il riacquisto di peso. 

Gli interventi più comunemente utilizzati sono la manicalizzazione dello stomaco (sleeve gastrectomy), che porta alla riduzione di volume dello stomaco, e il bypass gastrico, una modifica più complessa dell’anatomia gastrointestinale che da una parte riduce il volume dello stomaco in una modalità simile alla manicalizzazione, e dall’altra induce una riduzione dell’assorbimento di alcuni nutrienti.

La chirurgia bariatrica è sicuramente la strategia che mostra una maggiore efficacia nel lungo termine, ma non è applicabile a tutti. È pertanto fondamentale sottoporsi a una serie di accertamenti psicologici e medici, diffidando dei centri che propongono un determinato intervento dopo la visita di un solo specialista chirurgo.

Inoltre, i rischi dell’intervento esistono e sono tanto più alti quanto maggiore è il peso del paziente, tanto che è assolutamente necessario prepararsi all’intervento con un calo ponderale del 5-10%.  

È inoltre fondamentale proseguire con controlli periodici dopo l’intervento con un medico esperto in trattamento dell’obesità, in modo da controllare il corretto utilizzo di integratori necessari nella maggior parte dei casi, e assicurarsi che la propria alimentazione sia corretta. Troppo spesso, infatti, si tende a consumare cibi densi in calorie e poveri in proteine e fibre, andando a perdere massa muscolare a acquistando massa grassa. 
Sebbene, quindi, la terapia chirurgica abbia un eccellente rapporto costo-beneficio nel trattamento dell’obesità, non è una cura miracolosa, e necessita comunque di un impegno continuo per ottenere i risultati prefissati a mantenerli nel tempo senza incorrere in problemi di salute.

Dispositivi intragastrici

L’utilizzo del cosiddetto palloncino intragastrico rappresenta una opzione terapeutica che permette spesso di ottenere un buon calo ponderale nel breve termine. Esistono in commercio diversi dispositivi, alcuni dei quali possono essere tenuti anche per un anno. Mimano in maniera reversibile un intervento, e possono essere un valido aiuto per ottenere un calo ponderale importante in visione di un intervento vero e proprio. Come tutte le strategie terapeutiche, possono portare a effetti collaterali come anche a un fallimento, ed è importante sottolineare che anche qui il follow up nutrizionale è d’obbligo. Nel momento in cui, asportato il palloncino, ho acquisito un corretto stile di vita a di alimentazione, allora ho buone possibilità di mantenere il peso perso, in caso contrario, tornando a mangiare come prima, inevitabilmente tornerò al peso iniziale.

Stimolazione magnetica trascranica

La stimolazione magnetica transcranica (Tms) è una metodica non invasiva e indolore di stimolazione neurofisiologica che genera un campo magnetico in grado di modificare l’attività cerebrale in specifiche aree del cervello. Questa stimolazione è in grado di indurre cambiamenti nei circuiti neurali coinvolti nelle patologie trattate. Utilizzata per il trattamento di alcune forme di dipendenza, può portare, se ripetuta nel tempo, a effetti clinici duraturi. Si tratta di una metodica in fase sperimentale e non ancora presente nelle linee guida attuali.

Conclusioni

È importante ricordare che l’obesità è una malattia cronica difficile da trattare, dove di frequente un singolo approccio terapeutico non mantiene la sua efficacia per sempre. Si deve, quindi, intraprendere un percorso analogo a quello che si segue per tutte le altre malattie: mi affido a uno specialista della materia, mi sottopongo alle terapie più indicate, faccio controlli periodici per assicurarmi che la situazione si mantenga stabile, ed adeguo il trattamento con l’aiuto dello specialista ogni qualvolta sia necessario. Solo così il trattamento dell’obesità può essere efficace nel lungo termine.

Non si può prevedere quale sarà la risposta individuale a uno specifico trattamento: per questo, ogni piano di cura deve essere flessibile e poter prevedere cambiamenti per adattarsi alle mutate condizioni di un paziente o al sopraggiungere di nuove esigenze

La scelta del percorso di cura

Solo uno specialista può identificare la tipologia di trattamento più adatta per ciascun paziente, definendo un piano di gestione del peso personalizzato. Nessuno, però, può prevedere quale sarà la risposta del paziente al trattamento prescritto, perché ciascuno è diverso. È per questo motivo che il medico può trovarsi a cambiare o a regolare il piano di gestione del peso strada facendo, a seconda della risposta dell’organismo e delle esigenze individuali.

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