Obesità, fumo e ipertensione possono essere, oltre che fattori di
rischio per lo sviluppo di complicanze da Covid-19, anche condizioni
che influenzano la produzione di anticorpi dopo la somministrazione
del vaccino mRNA Pfizer. Al crescere, in particolare, della
circonferenza vita, si riduce il livello di anticorpi.
Proseguono le ricerche sul Covid-19 e sulle vaccinazioni, per cercare
di comprenderne meglio le dinamiche di diffusione del virus, così da
poter valutare con sempre maggior esattezza l’efficacia di terapie e
vaccini. Recentemente uno studio condotto a Roma dal team della
dottoressa Mikiko Watanabe, del Dipartimento di medicina sperimentale
dell’Università La Sapienza, ha fatto luce sulla produzione di
anticorpi in soggetti particolari che hanno ricevuto il vaccino
anti-Coronavirus, evidenziando come la risposta anticorpale, dopo la
seconda dose di vaccino mRNA Pfizer, possa essere attenuata in coloro
che hanno determinati fattori di rischio.
Lo studio è stato condotto su 86 operatori sanitari del Policlinico
Umberto I di Roma vaccinati tra gennaio e febbraio 2021 con entrambe
le dosi del vaccino mRNA Pfizer/BioNTech e parte dal presupposto ormai
indiscusso dalla comunità scientifica che, l’obesità – e in
particolare l’eccesso di grasso viscerale – sia un fattore di rischio
importante per lo sviluppo di complicanze legate all’infezione da
Coronavirus. Da questa base il team della dottoressa Watanabe è
partito per comprendere se un’aumentata circonferenza vita sia un
elemento che possa influire, poi, anche sull’esito delle vaccinazioni.
Dallo studio è emerso un dato importante, proprio quello che i
ricercatori ritenevano possibile e cioè che, a una aumentata
circonferenza vita, segno di obesità centrale e, quindi, di eccesso di
grasso viscerale, è associata una risposta sierologica più bassa dopo
la seconda dose di vaccino anti-Covid. Allo stesso modo, anche nei
soggetti che soffrono di ipertensione e in coloro che fumano si
riscontra un livello di anticorpi post vaccinazione Pfizer che si
riduce progressivamente.
Il risultato di questa ricerca non ha
sorpreso gli esperti: il grasso in eccesso, e in particolar modo
quello viscerale, è, infatti, stato associato a una disfunzione del
sistema immunitario, quella che può essere responsabile delle peggiori
prognosi di Covid-19, e ora sappiamo che può essere responsabile anche
di una risposta meno brillante al vaccino.
È presto per sostenere che chi presenta livelli anticorpali più bassi
non sia protetto dal virus. Se si confermasse che tale protezione è
effettivamente ridotta rispetto un eventuale contagio a mesi dal
vaccino, allora si renderebbe necessaria una pronta modifica alla
programmazione vaccinale dei soggetti a rischio (persone con obesità,
ipertesi e fumatori) che preveda, probabilmente, richiami vaccinali
più fitti rispetto ai soggetti che non evidenziano queste problematiche.