La perdita del peso non è un traguardo definitivo. Molte persone
vanno incontro a successivi aumenti e nuove perdite di peso (la
cosiddetta sindrome da yo-yo). Per questo anche la dieta di
mantenimento deve essere seguita con rigore così da non vanificare gli
importanti sforzi compiuti nel dimagrimento.
Una delle fasi più impegnative di ogni dieta è il mantenimento del
peso ottenuto. Per capire come funziona il meccanismo di mantenimento
del peso, dobbiamo considerare l’ipotalamo, la parte del nostro
cervello deputata alla conservazione dell’energia. L’ipotalamo riceve
dall’organismo informazioni sulla quantità di riserve energetiche
disponibili, in particolare di grassi accumulati nelle cellule. Il suo
compito è quello di mantenere costante questa riserva di energia, in
base alle informazioni ricevute e al quantitativo di tessuto adiposo
che il corpo ha mantenuto negli ultimi anni, in particolare negli
ultimi due. Questo valore è definito “set point adipostatico” ed è un
riferimento assoluto per l’ipotalamo, che non può tollerare deviazioni
che se ne discostino troppo. Per questo, si adopererà per recuperare
la massa adiposa perduta con la dieta, adottando alcune strategie, che
purtroppo sembrano “remare contro” gli sforzi fatti per perdere peso.
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L’ipotalamo è il “custode” delle riserve energetiche dell’organismo:
se percepisce che stanno calando, come nel caso di un dimagrimento,
attiverà una serie di meccanismi per recuperarle.
L’ipotalamo farà prima di tutto aumentare i livelli di fame e, al
contempo, ridurrà il dispendio di calorie, massimizzando la capacità
di trasformare quelle degli alimenti in grassi. Questo accade
soprattutto nelle persone con poca
massa muscolare metabolicamente attiva o con reiterate storie di
diete alle spalle. Al contrario, persone che hanno aumentato il loro
peso di recente o che hanno un’elevata massa muscolare, possono
tollerare cali di peso maggiori.
Meglio la gradualità
Ecco perché è bene non perdere tutto l’eccesso di peso in un unico
tentativo, ma cercare di spezzarlo in più “gradoni”, cioè in una
perdita parziale (circa il 15% in media: 10% se sedentari, 20% se
fisicamente molto attivi) seguita da un periodo di mantenimento.
Naturalmente queste percentuali sono indicative e occorre prestare
attenzione alla condizione individuale e ai segnali che il corpo manda
e che suggeriscono l'avvio del processo
di controregolazione da parte dell'ipotalamo, come aumentata
fame e rallentamento della perdita di peso.
Il periodo di mantenimento dovrà avere una durata pari a 1,5 o 2
volte superiore il periodo di dimagrimento, cioè circa 9/12 mesi,
terminati i quali si potrà affrontare un nuovo “gradone”.
La dieta di mantenimento comincia aggiungendo 50 kcal al giorno
rispetto alla dieta di dimagrimento (ogni giorno oppure
cumulativamente una volta alla settimana). Questa quota è, per molte
persone (soprattutto per le donne over 65), valida per tutto il
mantenimento. Se si è fisicamente molto attivi o con un metabolismo
elevato, è possibile aumentare anche di 100/150 kcal al giorno, sempre
monitorando molto attentamente il peso.
La strategia del semaforo
Una volta raggiunto il peso da mantenere, il rischio di recuperare il
peso perso è, purtroppo, molto elevato, soprattutto nei primi due
anni. Per mantenere il peso è particolarmente
importante svolgere attività sportiva (palestra, cyclette, tapis
roulant, nuoto ecc.) ma anche movimento non strutturato, come
passeggiare, salire le scale, spostarsi in bicicletta e così via.
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Verde, giallo o rosso: una strategia semplice per capire anche da
soli se la nostra dieta di mantenimento funziona e se possiamo
continuare così.
La strategia del semaforo prevede che non siano ammesse oscillazioni
di peso superiori a 1-2 kg (salvo che nelle 72 ore successive a pasti
conviviali o in caso di edemi). Il peso o la taglia andranno
controllati una volta alla settimana sempre alle stesse condizioni (a
digiuno, dopo l’evacuazione, indossando solo biancheria leggera e a
distanza di almeno 72 ore dall’assunzione di cibi che danno gonfiore
addominale, come la pizza).
A questo punto possono verificarsi 3 condizioni:
Il peso rimane all’interno dell’intervallo massimo consentito
= SEMAFORO VERDE: si può continuare così
Il peso è
superiore al peso massimo consentito dall’oscillazione fisiologica =
SEMAFORO GIALLO: autocontrollo. Per una settimana bisogna tenere un
diario alimentare e dell’esercizio fisico, per cercare di capire, da
soli, i motivi dell’aumento, e correggerli di conseguenza
Infine, se il peso rimane al di sopra del massimo consentito per
due misurazioni consecutive = SEMAFORO ROSSO. Serve un’azione
immediata: contattare il Centro di riferimento per anticipare la
visita
Pesarsi settimanalmente deve diventare una buona abitudine per tutta
la vita.
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