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Storie per orientare | 4 min. tempo di lettura

Mantenimento del peso: la strategia del semaforo

La perdita del peso non è un traguardo definitivo. Molte persone vanno incontro a successivi aumenti e nuove perdite di peso (la cosiddetta sindrome da yo-yo). Per questo anche la dieta di mantenimento deve essere seguita con rigore così da non vanificare gli importanti sforzi compiuti nel dimagrimento.

Una delle fasi più impegnative di ogni dieta è il mantenimento del peso ottenuto. Per capire come funziona il meccanismo di mantenimento del peso, dobbiamo considerare l’ipotalamo, la parte del nostro cervello deputata alla conservazione dell’energia. L’ipotalamo riceve dall’organismo informazioni sulla quantità di riserve energetiche disponibili, in particolare di grassi accumulati nelle cellule. Il suo compito è quello di  mantenere costante questa riserva di energia, in base alle informazioni ricevute e al quantitativo di tessuto adiposo che il corpo ha mantenuto negli ultimi anni, in particolare negli ultimi due. Questo valore è definito “set point adipostatico” ed è un riferimento assoluto per l’ipotalamo, che non può tollerare deviazioni che se ne discostino troppo. Per questo, si adopererà per recuperare la massa adiposa perduta con la dieta, adottando alcune strategie, che purtroppo sembrano “remare contro” gli sforzi fatti per perdere peso.

L’ipotalamo è il “custode” delle riserve energetiche dell’organismo: se percepisce che stanno calando, come nel caso di un dimagrimento, attiverà una serie di meccanismi per recuperarle.

L’ipotalamo farà prima di tutto aumentare i livelli di fame e, al contempo, ridurrà il dispendio di calorie, massimizzando la capacità di trasformare quelle degli alimenti in grassi. Questo accade soprattutto nelle persone con poca massa muscolare metabolicamente attiva o con reiterate storie di diete alle spalle. Al contrario, persone che hanno aumentato il loro peso di recente o che hanno un’elevata massa muscolare, possono tollerare cali di peso maggiori.

Meglio la gradualità

Ecco perché è bene non perdere tutto l’eccesso di peso in un unico tentativo, ma cercare di spezzarlo in più “gradoni”, cioè in una perdita parziale (circa il 15% in media: 10% se sedentari, 20% se fisicamente molto attivi) seguita da un periodo di mantenimento. Naturalmente queste percentuali sono indicative e occorre prestare attenzione alla condizione individuale e ai segnali che il corpo manda e che suggeriscono l'avvio del processo di controregolazione da parte dell'ipotalamo, come aumentata fame e rallentamento della perdita di peso.

Il periodo di mantenimento dovrà avere una durata pari a 1,5 o 2 volte superiore il periodo di dimagrimento, cioè circa 9/12 mesi, terminati i quali si potrà affrontare un nuovo “gradone”.

La dieta di mantenimento comincia aggiungendo 50 kcal al giorno rispetto alla dieta di dimagrimento (ogni giorno oppure cumulativamente una volta alla settimana). Questa quota è, per molte persone (soprattutto per le donne over 65), valida per tutto il mantenimento. Se si è fisicamente molto attivi o con un metabolismo elevato, è possibile aumentare anche di 100/150 kcal al giorno, sempre monitorando molto attentamente il peso. 

La strategia del semaforo

Una volta raggiunto il peso da mantenere, il rischio di recuperare il peso perso è, purtroppo, molto elevato, soprattutto nei primi due anni. Per mantenere il peso è particolarmente importante svolgere attività sportiva (palestra, cyclette, tapis roulant, nuoto ecc.) ma anche movimento non strutturato, come passeggiare, salire le scale, spostarsi in bicicletta e così via.

Verde, giallo o rosso: una strategia semplice per capire anche da soli se la nostra dieta di mantenimento funziona e se possiamo continuare così.

La strategia del semaforo prevede che non siano ammesse oscillazioni di peso superiori a 1-2 kg (salvo che nelle 72 ore successive a pasti conviviali o in caso di edemi). Il peso o la taglia andranno controllati una volta alla settimana sempre alle stesse condizioni (a digiuno, dopo l’evacuazione, indossando solo biancheria leggera e a distanza di almeno 72 ore dall’assunzione di cibi che danno gonfiore addominale, come la pizza).

A questo punto possono verificarsi 3 condizioni:

  • Il peso rimane all’interno dell’intervallo massimo consentito = SEMAFORO VERDE: si può continuare così
  • Il peso è superiore al peso massimo consentito dall’oscillazione fisiologica = SEMAFORO GIALLO: autocontrollo. Per una settimana bisogna tenere un diario alimentare e dell’esercizio fisico, per cercare di capire, da soli, i motivi dell’aumento, e correggerli di conseguenza
  • Infine, se il peso rimane al di sopra del massimo consentito per due misurazioni consecutive = SEMAFORO ROSSO. Serve un’azione immediata: contattare il Centro di riferimento per anticipare la visita

Pesarsi settimanalmente deve diventare una buona abitudine per tutta la vita.

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