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Vivere con l’obesità | 6 min. tempo di lettura

È fondamentale porsi degli obiettivi raggiungibili: il racconto di Patrizia

Una vita trascorsa a lottare contro l’eccesso di peso e un numero ricorrente, il 30, che è quello dei chili persi durante i diversi trattamenti affrontati negli anni. La signora Patrizia G. da Bologna ci racconta della sua esperienza senza timore di confidarci le difficoltà, fisiche e psicologiche, che la sua condizione di obesità le ha provocato fin da bambina. Un percorso di strade esplorate e di tentativi, di successi e di fallimenti, con un filo conduttore: la voglia di farcela e di rimettersi in gioco, con la consapevolezza che non esiste un solo metodo valido per tutti, ma che la ricetta giusta può essere un mix di approcci diversi.

Qual era la sua problematica legata al peso e in che modo influiva sulla sua vita quotidiana?

Sono a dieta da quando avevo 10 anni: oggi ne ho 66, quindi è da tutta una vita che combatto con il mio peso. C’è il periodo in cui ingrasso e quello in cui sono a dieta e dimagrisco: un’altalena che va avanti da sempre.

Quando si è giovani i disagi sono soprattutto psicologici: non mi accettavo per via dei miei chili di troppo. Ora che ho passato i 60, i problemi sono soprattutto di tipo fisico, legati al peso: problemi cardiologici, problemi di glicemia, una lieve insufficienza renale, tutte problematiche che non mi fanno stare perfettamente in salute.

Quali sono stati gli eventi principali che hanno segnato, in positivo e in negativo, il suo percorso di perdita di peso?

Verso i 25/26 anni mi sottoposi, assieme a mio padre, a una delle diete che erano in voga all’epoca (la Weight Watchers): riuscii a calare più di 30 kg. Subentrarono, però, problemi fisici perché a causa della diminuzione del peso mi cessarono le mestruazioni. Il ginecologo mi suggerì, allora, di smettere la dieta, così la interruppi e, non facendo mantenimento, finii con il riprendere tutto il peso perso.

Intorno ai 40 anni mi sottoposi al bendaggio gastrico, perdendo, anche in quel caso, una trentina di chili, che, però, finii col riprendere. Il bendaggio era troppo stretto e aveva creato qualche problema. Me lo dovettero allargare, come se non avessi avuto nessun bendaggio, così rimisi su peso.

Guardando indietro posso dire che tutti gli eventi principali della mia vita sono stati influenzati dal mio rapporto con il cibo: anche in gravidanza presi molti chili, sempre una trentina. Fui anche ricoverata per sospetta gestosi, ma in realtà tutto dipendeva dal modo in cui mangiavo. Penso che fosse anche una questione psicologica, il modo che avevo di affrontare una situazione nuova e sconosciuta come la gravidanza. È così che gestisco le emozioni, passando dal cibo: è un problema che mi porto ancora dietro.

Attualmente sono in terapia farmacologica per problemi metabolici, soffro di ipertensione e di diabete. In più prendo un nuovo farmaco che effettivamente mi regolarizza la fame. Ultimamente soffrivo di insulinoresistenza, mi venivano i crampi dalla fame e non ragionavo più, dovevo mangiare per forza. Con questo farmaco non ho più quegli attacchi incontrollabili, ma è chiaro che nessun farmaco può intervenire a livello psicologico: devi cercare di seguire il più possibile la dieta che ti hanno dato.

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L’obesità è una malattia cronica che richiede un approccio costante. Ci sono stati momenti di particolare sfiducia/sconforto in cui ha pensato che non ce l’avrebbe fatta? Se sì, come li ha superati?

Questo è un periodo un po’ particolare, da dopo Natale faccio molta fatica a dimagrire. Sono andata con un’amica a fare una passeggiata di 5 km, ma la bilancia è sempre inchiodata lì. Anche se sono un po’ preoccupata, cerco di non fossilizzarmi sul mio problema, cerco di essere equilibrata e di vedere il lato positivo e le dico la verità: sono fiduciosa. Forse la bilancia non scende perché sto trasformando la massa grassa in massa magra, anche grazie agli esercizi e alle indicazioni nutrizionali ricevute, e la massa magra pesa di più.

Quanto è stato importante il rapporto con il medico e il team di specialisti che l’hanno seguita?

Importantissimo. È necessario essere seguiti da un medico o da un team di medici e non affidarsi a diete fai da te, questo è poco ma sicuro. La dieta fai da te la può seguire una persona che deve perdere due o tre chili, non una che ne ha 15, 20 o 30 in eccesso. Le diete portano inevitabilmente degli scompensi a livello fisico. Le faccio un esempio: io e mia figlia siamo seguite entrambe dallo stesso Centro, perché lei ha bisogno di perdere peso dopo la gravidanza. Ebbene: abbiamo due diete completamente diverse. A lei, che ha 30 anni e non ha particolari problemi, hanno prescritto la dieta chetogenica. A me, che ho dei problemi fisici, tra cui una lieve insufficienza renale, hanno prescritto una dieta a base di carboidrati e pochissime proteine. Questo vuol dire che la dieta deve essere studiata su misura del proprio fisico. Ce ne sono tante, su internet e sui giornali, ma tu non sai cosa farà quella dieta al tuo corpo e alle tue problematiche. Deve essere sempre prescritta da un professionista.

Da paziente a paziente, quali consigli si sentirebbe di dare a chi sta per intraprendere un percorso come il suo?

A parte il bendaggio gastrico, che è un discorso a sé, le diete che ho fatto e che hanno avuto successo hanno funzionato perché tutte le settimane mi andavo a pesare ed ero controllata. È fondamentale non soltanto rivolgersi a un professionista, ma deve essere qualcuno che ti segua, che sia disponibile a una telefonata in più, non uno che vedi ogni quattro mesi e basta.

Se sei seguito nel tuo percorso, stai più attento e soprattutto ti senti meno solo. Avere problemi di peso ti fa sentire spesso solo e diverso, ha un peso psicologico importante, ma se hai un riferimento, un appoggio, qualcuno che ti dà fiducia e che non ti tratta semplicemente come un paziente è più facile. Qualcuno che, se hai un dubbio, se vuoi sostituire un alimento, sia sempre disponibile ad ascoltarti. Parlare con le amiche, per quanto importante, non è la stessa cosa: ognuna ti può dare un consiglio, ma non è detto che questi consigli, che vanno bene per loro e per la loro esperienza, vadano bene anche per te e per il tuo fisico. Siamo tutti diversi: nel fisico, nelle esperienze, nella psicologia. C’è chi ha più controllo e chi ne ha meno, chi è sensibile e piange e chi, invece, reagisce con grinta. Non si può generalizzare, ci vuole una guida esperta.

Vorrei anche aggiungere che tutti noi vorremmo sempre essere diversi da come siamo. Ma se sei una persona con obesità e sogni di essere una modella, può essere molto frustrante. Meglio porsi obiettivi raggiungibili: se pesi 120 chili non puoi pensare che ne vorresti pesare 60. Meglio concentrarsi sul perdere quei 10/15 chili e farlo nel modo giusto.

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