È fondamentale porsi degli obiettivi raggiungibili: il racconto di Patrizia
Una vita trascorsa a lottare contro l’eccesso di peso e un numero
ricorrente, il 30, che è quello dei chili persi durante i diversi
trattamenti affrontati negli anni. La signora Patrizia G. da Bologna
ci racconta della sua esperienza senza timore di confidarci le
difficoltà, fisiche e psicologiche, che la sua condizione di obesità
le ha provocato fin da bambina. Un percorso di strade esplorate e di
tentativi, di successi e di fallimenti, con un filo conduttore: la
voglia di farcela e di rimettersi in gioco, con la consapevolezza che
non esiste un solo metodo valido per tutti, ma che la ricetta giusta
può essere un mix di approcci diversi.
Qual era la sua problematica legata al peso e in che modo influiva sulla
sua vita quotidiana?
Sono a dieta da quando avevo 10 anni: oggi ne ho 66, quindi è da
tutta una vita che combatto con il mio peso. C’è il periodo in cui
ingrasso e quello in cui sono a dieta e dimagrisco: un’altalena che va
avanti da sempre.
Quando si è giovani i disagi sono soprattutto psicologici: non mi
accettavo per via dei miei chili di troppo. Ora che ho passato i 60, i
problemi sono soprattutto di tipo fisico, legati al peso: problemi
cardiologici, problemi di glicemia, una lieve insufficienza renale,
tutte problematiche che non mi fanno stare perfettamente in salute.
Quali sono stati gli eventi principali che hanno segnato, in positivo e
in negativo, il suo percorso di perdita di peso?
Verso i 25/26 anni mi sottoposi, assieme a mio padre, a una delle
diete che erano in voga all’epoca (la Weight Watchers): riuscii a
calare più di 30 kg. Subentrarono, però, problemi fisici perché a
causa della diminuzione del peso mi cessarono le mestruazioni. Il
ginecologo mi suggerì, allora, di smettere la dieta, così la
interruppi e, non facendo mantenimento, finii con il riprendere tutto
il peso perso.
Intorno ai 40 anni mi sottoposi al bendaggio gastrico, perdendo,
anche in quel caso, una trentina di chili, che, però, finii col
riprendere. Il bendaggio era troppo stretto e aveva creato qualche
problema. Me lo dovettero allargare, come se non avessi avuto nessun
bendaggio, così rimisi su peso.
Guardando indietro posso dire che tutti gli eventi principali della
mia vita sono stati influenzati dal mio rapporto con il cibo: anche in
gravidanza presi molti chili, sempre una trentina. Fui anche
ricoverata per sospetta gestosi, ma in realtà tutto dipendeva dal modo
in cui mangiavo. Penso che fosse anche una questione psicologica, il
modo che avevo di affrontare una situazione nuova e sconosciuta come
la gravidanza. È così che gestisco le emozioni, passando dal cibo: è
un problema che mi porto ancora dietro.
Attualmente sono in terapia farmacologica per problemi metabolici,
soffro di ipertensione e di diabete. In più prendo un nuovo farmaco
che effettivamente mi regolarizza la fame. Ultimamente soffrivo di
insulinoresistenza, mi venivano i crampi dalla fame e non ragionavo
più, dovevo mangiare per forza. Con questo farmaco non ho più quegli
attacchi incontrollabili, ma è chiaro che nessun farmaco può
intervenire a livello psicologico: devi cercare di seguire il più
possibile la dieta che ti hanno dato.
L’obesità è una malattia cronica che richiede un approccio costante. Ci
sono stati momenti di particolare sfiducia/sconforto in cui ha pensato
che non ce l’avrebbe fatta? Se sì, come li ha superati?
Questo è un periodo un po’ particolare, da dopo Natale faccio molta
fatica a dimagrire. Sono andata con un’amica a fare una passeggiata di
5 km, ma la bilancia è sempre inchiodata lì. Anche se sono un po’
preoccupata, cerco di non fossilizzarmi sul mio problema, cerco di
essere equilibrata e di vedere il lato positivo e le dico la verità:
sono fiduciosa. Forse la bilancia non scende perché sto trasformando
la massa grassa in massa magra, anche grazie agli esercizi e alle
indicazioni nutrizionali ricevute, e la massa magra pesa di più.
Quanto è stato importante il rapporto con il medico e il team di
specialisti che l’hanno seguita?
Importantissimo. È necessario essere seguiti da un medico o da un
team di medici e non affidarsi a diete fai da te, questo è poco ma
sicuro. La dieta fai da te la può seguire una persona che deve perdere
due o tre chili, non una che ne ha 15, 20 o 30 in eccesso. Le diete
portano inevitabilmente degli scompensi a livello fisico. Le faccio un
esempio: io e mia figlia siamo seguite entrambe dallo stesso Centro,
perché lei ha bisogno di perdere peso dopo la gravidanza. Ebbene:
abbiamo due diete completamente diverse. A lei, che ha 30 anni e non
ha particolari problemi, hanno prescritto la dieta chetogenica. A me,
che ho dei problemi fisici, tra cui una lieve insufficienza renale,
hanno prescritto una dieta a base di carboidrati e pochissime
proteine. Questo vuol dire che la dieta deve essere studiata su misura
del proprio fisico. Ce ne sono tante, su internet e sui giornali, ma
tu non sai cosa farà quella dieta al tuo corpo e alle tue
problematiche. Deve essere sempre prescritta da un professionista.
Da paziente a paziente, quali consigli si sentirebbe di dare a chi sta
per intraprendere un percorso come il suo?
A parte il bendaggio gastrico, che è un discorso a sé, le diete che
ho fatto e che hanno avuto successo hanno funzionato perché tutte le
settimane mi andavo a pesare ed ero controllata. È fondamentale non
soltanto rivolgersi a un professionista, ma deve essere qualcuno che
ti segua, che sia disponibile a una telefonata in più, non uno che
vedi ogni quattro mesi e basta.
Se sei seguito nel tuo percorso, stai più attento e soprattutto ti
senti meno solo. Avere problemi di peso ti fa sentire spesso solo e
diverso, ha un peso psicologico importante, ma se hai un riferimento,
un appoggio, qualcuno che ti dà fiducia e che non ti tratta
semplicemente come un paziente è più facile. Qualcuno che, se hai un
dubbio, se vuoi sostituire un alimento, sia sempre disponibile ad
ascoltarti. Parlare con le amiche, per quanto importante, non è la
stessa cosa: ognuna ti può dare un consiglio, ma non è detto che
questi consigli, che vanno bene per loro e per la loro esperienza,
vadano bene anche per te e per il tuo fisico. Siamo tutti diversi: nel
fisico, nelle esperienze, nella psicologia. C’è chi ha più controllo e
chi ne ha meno, chi è sensibile e piange e chi, invece, reagisce con
grinta. Non si può generalizzare, ci vuole una guida esperta.
Vorrei anche aggiungere che tutti noi vorremmo sempre essere diversi
da come siamo. Ma se sei una persona con obesità e sogni di essere una
modella, può essere molto frustrante. Meglio porsi obiettivi
raggiungibili: se pesi 120 chili non puoi pensare che ne vorresti
pesare 60. Meglio concentrarsi sul perdere quei 10/15 chili e farlo
nel modo giusto.
L’obesità è una malattia complessa, ma il suo trattamento non deve
esserlo. Gli operatori sanitari qualificati possiedono la conoscenza e
gli strumenti necessari per creare un piano terapeutico adatto a te.
Dalla spesa alla tavola: vincere la fame mangiando sano
Fare la spesa, gestire la dispensa, cucinare. Bastano piccole accortezze
per rendere più facile ed efficace seguire una dieta sana. Ecco qualche consiglio.
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