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STORIE DI CULTURA | 5 min. tempo di lettura

Più empatia per il paziente con obesità

È fondamentale avere un partner affidabile nel proprio percorso di dimagrimento: il medico deve accompagnarci lungo la strada con continue iniezioni di fiducia stimolando la nostra motivazione, soprattutto in quei momenti in cui le cose si fanno più difficili. Il rischio, altrimenti, è di perdere la bussola e abbandonare del tutto la terapia.

Chi sta affrontando un percorso di dimagrimento lo sa bene: la strada non è tutta in discesa. C’è la fase di diminuzione del peso, ma c’è anche quella del plateau, cioè il momento in cui il dimagrimento si arresta e si stabilizza nonostante non vengano meno gli sforzi e l’impegno, così come può capitare la fase in cui si verifica addirittura una ripresa dei chili persi. È normale nel percorso contro obesità e sovrappeso avere fasi di stop, che ovviamente possono scoraggiare e procurare frustrazione, fino alla voglia di abbandonare tutto.

L'importanza di avere accanto lo specialista giusto

Un ruolo fondamentale in questo percorso - e in particolare proprio in questi “momenti bui” - lo svolge lo specialista o il team che ci ha in cura, gli esperti che ci hanno finora accompagnato lungo la strada per perdere peso. Rivolgersi a loro al primo segno che qualcosa non sta andando come dovrebbe è sicuramente la cosa migliore che si possa fare. In questi casi, infatti, non deve subentrare né senso di colpa né vergogna, perché - è bene ripeterlo - fasi di arresto nel dimagrimento o di incremento improvviso di peso sono assolutamente normali nel percorso di gestione di obesità e sovrappeso.

Quello che non è corretto, invece, è reagire a queste battute di arresto chiudendosi a riccio, vivendo la frustrazione e il dispiacere da soli, senza condividerli con il team di esperti che ci segue. Questo tipo di reazione è molto frequente e porta alla cancellazione degli appuntamenti e all’abbandono delle terapie proprio quando, invece, non andrebbe abbassata la guardia. Non bisogna sentirsi giudicati dai medici perché, sono sia compagni di viaggio in questo percorso quando c’è da condividere un traguardo raggiunto, sia spalle forti su cui appoggiarsi con fiducia quando c’è un ostacolo da superare.

Rivolgersi al medico proprio quando la dieta non sta andando come dovrebbe è sicuramente la cosa migliore che si possa fare. In questi casi, infatti, non deve subentrare né il senso di colpa né la vergogna: in un percorso di dimagrimento è normale vivere alti e bassi e affrontare anche battute d'arresto.

Superare i pregiudizi

Niente paura quindi se la bilancia non ci dà soddisfazioni, dobbiamo confermare la piena fiducia al team che ci sta seguendo, rivolgendoci prontamente a loro per affrontare le battute di arresto. Il team, infatti, può aiutarci a mantenere alta la motivazione e a proseguire il monitoraggio settimanale del peso nella delicata fase del mantenimento.Certo, il dialogo è più facile quando con il medico e i diversi specialisti c’è empatia; è più difficile quando il rapporto è rigido e non improntato al pieno rispetto

Capita, infatti, che anche tra i medici faccia capolino il pregiudizio che spesso accompagna l’obesità: una persona è in sovrappeso perché pigra e ignorante, perché non si impegna a sufficienza in questo percorso, perché non si informa, mangia troppo e non pratica adeguata attività sportiva. Non è infrequente, infatti, che vi siano medici che ignorano l’esistenza di limiti fisiologici nel singolo ciclo di perdita di peso e, anziché valorizzare i risultati ottenuti, abbiano un atteggiamento svalutativo nei confronti dello sforzo effettuato.Sappiamo, però, che l’obesità è una patologia cronica dalle mille sfaccettature, che alimentazione e attività fisica sono certamente importanti, ma all’interno di un percorso terapeutico ben più ampio, che deve considerare anche i fattori genetici e l’ambito psicologico ed emozionale.

Eppure, alcune ricerche hanno evidenziato una minor empatia del medico nei confronti proprio del paziente con indice di massa corporea elevato. È inutile mettere la testa sotto la sabbia: il problema c’è, si sta facendo molto per combatterlo all’interno della categoria dei medici, ma la strada è lunga e può effettivamente capitare di trovarsi di fronte a un dottore che ci guardi con sospetto e che possa mostrare per noi poco rispetto. Al peso in eccesso vengono, infatti, talvolta attribuiti altri sintomi che il paziente può accusare, spesso senza indagare con ulteriori approfondimenti. Questo atteggiamento, oltre a essere poco professionale, è anche controproducente, perché si è constatata in questi casi una minor propensione del medico a dare alla persona con obesità informazioni accurate sul percorso di cura e, dall’altra parte, pone il paziente in uno stato di inferiorità, demotivandolo e spingendolo a non intraprendere o addirittura ad abbandonare il suo percorso terapeutico.

La gestione dell’obesità richiede, invece, competenza e preparazione, ma anche grande apertura mentale verso la persona che vive questa problematica e intensa empatia nei suoi confronti. Incontrare il medico giusto, aggiornato sulle ultime novità scientifiche in campo di obesità e sovrappeso e con un atteggiamento positivo verso la persona che a lui si rivolge con fiducia è fondamentale per trovare la motivazione e lo slancio a intraprendere un percorso di cura. Ma, soprattutto, è la chiave di volta per superare i momenti difficili, restare concentrati sugli obiettivi e motivati a non abbandonare la terapia. I medici che si occupano in modo professionale di obesità, conoscendo bene la malattia, non possono che avere un approccio non giudicante e far sentire il paziente a proprio agio con le sue normali difficoltà.

Incontrare il medico giusto, aggiornato sulle ultime novità scientifiche in campo di obesità e sovrappeso e con un atteggiamento positivo verso la persona è fondamentale per trovare la motivazione e lo slancio a intraprendere un percorso di cura e per non abbandonarlo.

Per approfondire
  • Journal of general internal medicine, nov. 2009, Huizinga et al., Physician respect for patients with obesity
  • Obesity, ott. 2013, .A.Gudzune et al., Physicians build less rapport with obese patients

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