Dieta, un percorso lungo che richiede tenacia e costanza
Tenacia, impegno e costanza: sono queste le parole chiave quando si
decide di intraprendere un percorso di dimagrimento. I momenti di
sconforto potranno arrivare, ma abbandonare la terapia e poi
riprenderla, in un pericoloso oscillare di intenti, è causa della
cosiddetta "sindrome dello yo-yo", che nel tempo è associata
a un graduale aumento di peso.
Obesità e sovrappeso sono patologie croniche che richiedono grande
motivazione della persona, un team di specialisti al suo fianco e una
continuità di cura prolungata e presente anche e soprattutto nei
momenti di crisi. Proprio come accade per altre patologie croniche -
come, per esempio, il diabete o l’ipertensione - per ottenere benefici
reali sulla salute bisogna, infatti, continuare a curarsi nel tempo,
evitando il fai da te e chiedendo ai professionisti di supporto grande
pazienza, tenacia e costanza.
Bisogna farsi poi affiancare dagli specialisti giusti: nutrizionista
dietista, endocrinologo,diabetologo,, psicologo… la lista è lunga
perché obesità e sovrappeso sono patologie che richiedono un approccio
multidisciplinare, quindi l’intervento di diversi esperti. Un vero
team che collabora per e con la figura al centro del percorso: il
paziente, la persona con obesità oppure in sovrappeso, l’attore
principale e indiscusso di questo film.
Tasto ON/OFF, quello da non schiacciare mai
Può capitare che chi sia in cura per il trattamento di queste
patologie, dopo qualche mese di dieta e sacrifici, possa demotivarsi,
magari di fronte a un blocco temporaneo o a un’oscillazione del peso,
oppure in occasione di un momentaneo, ma drammatico crollo psicologico.
Bisogna sapere che questo può succedere e non c’è nulla di male
quando accade: la strada per gestire obesità e sovrappeso è, infatti,
lunga e tortuosa, fatta di salite e di momenti talvolta molto duri.
Per questo è necessario gestire la problematica con il supporto di una
squadra di esperti al proprio fianco. Ma senza mai sentirsi in difetto
o in colpa perché, anche nei momenti più bui, si potrà ricevere un
aiuto che deve essere, proprio in tali circostanze, il più
professionale possibile.
Il pensiero del tutto o nulla
In termini scientifici, nell’ambito cognitivo-comportamentale alla
cura dell’obesità, si parla di “approccio
dicotomico alla dieta” da parte del paziente con obesità, uno
schema di pensiero “tutto o nulla” che spesso caratterizza chi sta
imparando a gestire questa patologia: “O perdo 20 chili o niente. O
faccio la dieta e l’attività fisica in modo rigoroso e tutti i giorni
oppure non faccio nulla”.
Questo pensiero - e soprattutto il modo di agire che ne deriva -
influisce negativamente sul mantenimento del peso, perché rende più
complicato gestire e superare i momenti di crisi che possono capitare
e, al contempo, abbassa anche la soddisfazione per i successi
raggiunti, che, invece, vanno sempre riconosciuti.
Può capitare che ci sia una battuta di arresto, ma non bisogna né
demordere, né abbandonare la terapia. È soprattutto questo
l’errore più comune e più grande: vanificare gli sforzi finora
raggiunti premendo il tasto OFF, quello che mette in pausa il percorso
terapeutico. “C’è sempre tempo per attivare il tasto ON, no? Ora mi
serve una pausa” si potrebbe pensare, dopo mesi di impegno e
sacrifici, ma continuare la terapia senza tentennamenti o, meglio,
superando i tentennamenti, con tenacia e costanza e affidandosi a mani
esperte, è l’unica chiave per ottenere risultati e benefici a lungo
termine per la propria salute.
Per approfondire
Eating Behaviors, vol. 26, august 2017, Linardon-Mitchell,
“Rigid dietary control, flexible dietary control, and intuitive
eating: evidence for their differential relationship to disordered
eating and body image concerns”.
I sentimenti giocano un ruolo chiave nella gestione del peso
Mangiare per sentirsi meglio viene comunemente definita come
alimentazione emotiva, ed è il motivo per cui talvolta abbiamo bisogno
di supporto psicologico piuttosto che di consigli alimentari.
Rapporto con il medico: è tempo di un nuovo dialogo
Il paziente oggi cerca prima di tutto un dialogo con medici realmente
interessati al suo caso, empatici e coinvolti dalla sua storia. È questa
la base di partenza indispensabile per ottenere, col tempo, risultati concreti.
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